Messina Denaro, ascoltata la donna che per 11 anni ha convissuto col vero Andrea Bonafede

Si è svolta ieri 8 aprile, nell’aula Borsellino del Tribunale di Marsala, davanti al Presidente del Collegio Vito Marcello Saladino, udienza del processo a carico di Alfonso Tumbarello -il medico che curò Matteo Messina Denaro, imputato per concorso esterno in associazione mafiosa e falso in atti pubblici per avere redatto numerosi certificati per consentire all’allora boss latitante di potersi curare sotto il falso nome di Andrea Bonafede.
Durante il corso dell'udienza sono stati escussi i testi Rosa Leone, il luogotenente Nasca e il tenente colonnello medico legale dell’Arma dei Carabinieri Giuseppe Cenname.

La Leone conobbe Bonafede all’Acquasplash di Campobello di Mazara dove ha lavorato come amministratrice fino alla data del sequestro del 2017 da parte della Direzione Investigativa Antimafia per fallimento della struttura ricreativa, e dove viveva con il suddetto in strutture mobili e precarie.
La donna ammette che non aveva le competenze necessarie per assumere il ruolo che svolgeva, ruolo che molto probabilmente le fu affidato su richiesta dell’allora compagno Andrea Bonafede agli amministratori della struttura.
Rosa Leone riferisce di aver convissuto con il vero Andrea Bonafede classe 63 per 11 anni e di aver appreso per ammissione dello stesso Bonafede la notte del suo arresto avvenuto in data 16 gennaio 2023, che aveva prestato l’identità a Messina Denaro per consentirgli di poter curare la patologia clinica di cui era affetto.
A detta della Leone, Andrea Bonafede e Alfonso Tumbarello erano amici di infanzia, lei personalmente incontrò il medico in un paio di occasioni nei seggi elettorali e in sede di comizi ma senza che mai i due interloquissero se non per qualche saluto di circostanza.

Si è proceduto poi con il controesame del luogotenente Nasca, il quale asserisce che il numero telefonico dello studio medico del dott. Bavetta, presso il quale Messina Denaro ha effettuato la colonscopia, veniva trovato anche nei contatti di Giovanni Luppino, autista di Messina Denaro condannato recentemente alla pena di 9 anni e 3 mesi di reclusione. Luppino era anch’egli paziente del dott. Bavetta.
Dall’esito della colonscopia, inizia per Messina Denaro l’iter diagnostico-sanitario che lo porterà a essere ricoverato alla clinica Maddalena per essere operato chirurgicamente e dove verrà sottoposto a chemioterapia; tutta la documentazione medico-sanitaria, afferma il luogotenente, verrà rinvenuta in uno dei covi di Messina Denaro, sulla quale erano attaccati dei post-it e sulla cui grafia e autore non veniva effettuato alcun accertamento.
Il referto del 5 novembre della biopsia dell’adenocarcinoma veniva ritirato dal vero Andrea Bonafede classe 63; dopo le dimissioni dell’intervento chirurgico, Messina Denaro veniva sottoposto a visita oncologica al nosocomio trapanese con il dott. Zerilli, ma non risulta che a richiedere la visita fosse stato il dott. Tumbarello.
Nella visita a Trapani risulta l’evidenza della presenza di Andrea Bonafede classe 69, e dopo la PET richiesta dal dott. Zerilli, inizia il traffico telefonico tra Andrea Bonafede classe 63 e Andrea Bonafede classe 69. Tuttavia, chiarisce Nasca, non c’è traffico telefonico tra i due Bonafede e il dott. Tumbarello, e non risultano evidenze secondo cui Messina Denaro sia passato dallo studio del dott. Tumbarello a seguito dei ricoveri.

Secondo il medico legale Giuseppe Cenname, teste dell’accusa nominato come consulente dalla D.D.A. di Palermo, nella documentazione presente nel computer del dott. Tumbarello, si evincerebbe che la richiesta di ricovero per intervento chirurgico sarebbe stata formulata dal dott. Tumbarello, il giorno antecedente all’acquisizione della consulenza specialistica chirurgica da cui risultava la necessità dell’intervento chirurgico.

Rosalba Pipitone