Si è svolta oggi 20 febbraio nell’aula Borsellino del Tribunale di Marsala, davanti al Presidente del Collegio Vito Marcello Saladino, udienza del processo che vede imputati Lorenzo Catarinicchia, Filippo Aiello, Nicolò e Bartolomeo Macaddino, Vito De Vita, Antonino Lombardo, Stefano Putaggio, Riccardo Di Girolamo.
Gli imputati, presunti mafiosi e fiancheggiatori, erano stati rinviati a giudizio dal G.u.p. di Palermo Ermelinda Marfia nell’ambito dell’operazione Hesperia che aveva portato nel settembre 2022 all’arresto di 35 persone con molti nomi noti della criminalità organizzata di Marsala, Mazara, Campobello di Mazara, Castelvetrano e Palermo, tra cui Marco Buffa coinvolto, quest’ultimo, anche nel processo per il reato di voto di scambio elettorale-politico a Petrosino.
L’operazione aveva riportato in carcere fedelissimi del boss Matteo Messina Denaro come il 67enne capomafia di Campobello di Mazara Francesco Luppino (scarcerato tre anni prima dopo aver scontato una lunga condanna per mafia) che, insieme ad altri 27 imputati, aveva scelto di essere processato con rito abbreviato davanti al G.u.p. di Palermo.
Secondo l’accusa, avrebbe ricostruito la rete di relazioni di Cosa Nostra tra Campobello di Mazara, Mazara, Castelvetrano e Marsala; le accuse contestate agli indagati sono associazione di tipo mafioso, estorsione, turbata libertà degli incanti (nelle aste al Tribunale di Marsala), reati in materia di stupefacenti, gioco d’azzardo, porto abusivo di armi, e altro ancora.
Pubblico Ministero è Francesca Dessì della Dda di Palermo, a firmare l’avviso di conclusione delle indagini erano stati i P.M. della Procura Distrettuale Antimafia di Palermo Pierangelo Padova, Francesca Dessì e Alessia Sinatra.
Durante il corso dell’odierna udienza, sono stati escussi i testi ing. Michele Vitiello e il dott. Pietro Indorato, citati dall’avv. Giacomo Frazzitta, legale dell’imputato Vito De Vita, l’ing. Vitiello aveva ricevuto incarico dall’avv. Frazzitta (allora insieme all’avv. Petrelli) con riferimento a due captazioni telefoniche, una ambientale che fa riferimento al decreto di intercettazioni del 2019 dove si chiedeva di poter verificare quello che veniva ascoltato nell’intero file, in particolare in punto specifico perché, a detta dell’ingegnere, “esisteva un brogliaccio della Polizia Giudiziaria che risultava difforme rispetto a quello che veniva ascoltato”.
La frase oggetto di discussione, pronunciata da Piero Di Natale rivolta a Marco Buffa Buffa -imputato anche nel processo per voto di scambio elettorale politico mafioso a Petrosino- è “Oi Vito, Vito… (incomprensibile) minchia rimani contento con 1.300”; in questa frase, afferma l’ing. Vitiello, si sente solo la parte iniziale “Oi Vito, Vito” perché immediatamente dopo il soggetto scende dall’auto, si sentono rumori di portiera chiusa dell’auto, e squilli prodotti dalla suoneria di un telefono molto vicina al punto dove stava avvenendo l’intercettazione, e quindi la voce veniva compromessa.
L’ing. Vitiello, avvalendosi delle più moderne attrezzature all’avanguardia, riferisce di aver effettuato restauri dell’audio in questione, tuttavia, con le migliorie le voci dei parlanti risultano sovrapposte dalla suoneria del telefono non riuscendo così a poter stabilire quale sia il contenuto della conversazione, specie nella frase di Piero Di Natale mentre si rivolge a Marco “minchia rimani contento con 1.300” per la quale non è stato possibile effettuare alcun tipo di analisi perché con un livello di udibilità non accettabile.
Nell’altra captazione telefonica si richiedeva all’ing. Vitiello di verificare se rispetto al brogliaccio, la frase di Piero Di Natale rivolta a Riccardo Di Girolamo “un sacco chinu chinu paru paru… niscìu fici a spisa e trasìu dintra a machina”era stata proferita e non indicata nel brogliaccio.
In questo caso, spiega l’ingegnere, la frase è ben udibile sia perché era una captazione telefonica e quindi la voce più limpida rispetto all’ambientale, sia perché il file era stato restaurato dallo stesso Vitiello che aveva eliminato i rumori di sottofondo e tuttavia, la frase, dice l’ing. Vitiello, non è indicata nel brogliaccio.
Per quanto riguarda l’escussione del teste dott. Indorato, nominato dalla difesa dall’avv. Frazzitta per effettuare delle trascrizioni, afferma che non presentano differenze sostanziali con quelle affidate dal Tribunale ad altri periti.
Indorato conferma in buona sostanza quanto ribadito dall’ing. Vitiello, cioè che la frase “minchia rimani contento con 1.300” non è udibile, e che la frase “un sacco chinu chinu paru paru… niscìu, fici a spisa e trasìu dintra a machina” è stata riscontrata nella perizia.
Il dott. Indorato aggiunge anche che per la frase “eo ca sugnu” pronunciata da un soggetto a lui sconosciuto, non è possibile compararla, specie con quella di De Vita come richiesto dall’avvocato Frazzitta, perché la durata parlato è troppo breve, di un soggetto che parla lontano dal microfono.
Rosalba Pipitone
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